C’è chi convive per anni con denti che mancano e dolore che non si vede.
Chi si abitua a non masticare bene, a parlare con fatica, a sorridere solo a metà.
E c’è un momento – prima o poi – in cui non si vuole più “resistere”, ma capire se una vera soluzione esiste.
Rosa ha 62 anni, una voce gentile e occhi che raccontano.
Quando è arrivata da noi, portava in bocca il peso di tanti anni di rinunce: denti mancanti, osso che si era ritirato, gengive infiammate, una parodontite che non le dava tregua.
Ma più del dolore fisico, era la sensazione di essersi spenta, un pezzo alla volta. Rosa non mangiava più con naturalezza. Parlava con imbarazzo. E sorrideva solo con la mano davanti alla bocca.
“Vorrei tornare a vivere la mia vita in modo naturale”, ci ha detto, quando ci siamo seduti a parlare la prima volta.
È lì che è iniziato il suo percorso.
Con attenzione. Con rispetto. Con una soluzione pensata davvero per lei.
Una clinica sopra l’albergo, ma anche sopra la media

Appena scesa dall’aereo, Rosa è stata accolta dallo staff all’aeroporto di Tirana.
Era un po’ tesa, com’è naturale. Ma è bastato arrivare in hotel per sentirsi già nel posto giusto.
Perché da noi la cura comincia prima della poltrona: nell’accoglienza, nella semplicità dei trasferimenti, nella comodità di un albergo realizzato dentro lo stesso edificio della clinica.
Basta un ascensore, e sei in studio. Nessuna corsa. Nessuno stress.
Il primo giorno: si comincia

La prima mattina è stata dedicata a conoscere la bocca di Rosa nel profondo.
Panoramica, TAC e scanner 3D: ogni dettaglio andava analizzato con cura prima di iniziare qualsiasi trattamento.
Le immagini hanno confermato quello che sospettavamo: nella parte in fondo all’arcata superiore, dove un tempo c’erano i molari, l’osso era quasi del tutto riassorbito. È una conseguenza frequente quando i denti vengono persi e non vengono sostituiti per molto tempo: l’osso che prima li sosteneva smette di ricevere stimoli e, nel tempo, si ritira, diventando troppo sottile per poterci inserire impianti tradizionali.
Ma per fortuna, oggi esistono soluzioni più evolute.
Domande, risposte, certezze

Durante il consulto, Rosa ha incontrato il nostro chirurgo, il medico protesista e la coordinatrice.
In questo momento viene effettuata una valutazione completa del caso, anche attraverso immagini visive, e viene elaborato il piano di trattamento. Con calma, le abbiamo spiegato il percorso, passo dopo passo.
Niente termini incomprensibili, solo la verità: per ottenere un risultato stabile e duraturo, serviva una chirurgia specifica, pensata proprio per risolvere casi con poco osso.
Una tecnica moderna, sicura, e già usata con successo in tanti pazienti come lei. Ogni caso che affrontiamo parte dall’ascolto. Perché ogni bocca racconta una storia diversa. E il nostro compito è capirla bene, prima ancora di curarla.
Una volta che il paziente ha compreso chiaramente ogni dettaglio, si procede con il pagamento, dopodiché si dà inizio alle procedure chirurgiche.
Scanner intraorale e impronta preliminare

Il primo passo è la scansione intraorale (IOS), che consente di ottenere immagini 3D estremamente precise della bocca del paziente, inclusi denti, gengive e strutture circostanti.
La rilevazione accurata della situazione attuale ci permette di progettare nuovi denti il più possibile simili a quelli naturali, sia nella forma che nella funzionalità.
Una chirurgia avanzata, ma meno invasiva

Quando non c’è abbastanza osso nella parte posteriore dell’arcata superiore, la strada più comune è quella degli innesti ossei. Ma noi abbiamo scelto un approccio diverso: una tecnica più moderna, meno invasiva e più rapida nei tempi di guarigione.
Si chiama impianto pterigoideo: consente di ancorarsi a una zona più profonda e stabile, evitando così di “ricostruire” l’osso mancante. È una tecnica riservata a chirurghi esperti. Noi la conosciamo bene, e la utilizziamo da tempo con successo.
Gli impianti scelti per Rosa sono Megagen AnyRidge, in titanio puro, con superficie trattata al calcio: tra i migliori al mondo per qualità e integrazione ossea.

Utilizziamo esclusivamente impianti certificati CE, ciascuno accompagnato da un passaporto di garanzia implantare.
Radiografia panoramica post-operatoria

In questa radiografia pre-operatoria è possibile osservare chiaramente la mancanza di denti e la significativa perdita ossea.

Nell’immagine sottostante, invece, vediamo la radiografia post-operatoria, che mostra la distribuzione strategica degli impianti, studiata per bilanciare al meglio la forza masticatoria. L’inserimento di impianti inclinati consente un ancoraggio più stabile nell’osso e permette l’utilizzo di impianti più lunghi.
Nell’angolo si notano gli impianti pterigoidei, una tecnica considerata all’avanguardia: il loro impiego evita la necessità di innesti ossei, riducendo i tempi di recupero, il rischio di fallimento e il disagio post-operatorio. Al termine dell’intervento, il paziente viene accompagnato nella propria stanza per iniziare il periodo di riposo post-operatorio.
Protesi provvisoria: estetica e funzionalità immediata

Dopo l’intervento viene effettuato un controllo di routine e la prova della protesi provvisoria, utile per valutarne estetica e funzionalità.

Leggera e resistente, la protesi in resina con 10 corone per arcata è fissata direttamente sugli impianti tramite viti, garantendo comfort e stabilità fin da subito. Il paziente la utilizzerà per circa 3 mesi, durante il processo di osteointegrazione, prima di passare ai denti definitivi.
Non era ancora il risultato definitivo, ma il cambiamento già si sentiva. E si vedeva.
Dopo tre mesi: i denti definitivi

Dopo i tre mesi necessari all’osteointegrazione, Rosa è tornata per completare il lavoro.
Gli impianti erano perfettamente integrati. Abbiamo rimosso la protesi provvisoria e preso una nuova impronta.

Durante questa fase vengono effettuate diverse prove, fondamentali sia per il paziente che per il medico. Servono a valutare aspetti tecnici come la chiusura occlusale e l’adattamento alla gengiva naturale, ma anche elementi estetici come colore, forma e disposizione dei denti definitivi. Queste prove consentono di apportare modifiche e ottimizzazioni, fino a ottenere il risultato ideale.

Ogni dente è stato progettato digitalmente: forma, colore, proporzioni.
Dovevano essere in armonia con il volto di Rosa, con la sua espressione, con il modo in cui parlava e rideva.
Una volta progettati i denti definitivi, il file digitale viene inviato a un laboratorio altamente tecnologico, interamente digitale e specializzato in lavorazioni di massima precisione.

Abbiamo scelto lo zirconio Sirona, tra i materiali più resistenti, estetici e compatibili in odontoiatria.


Un materiale che dura nel tempo, senza rinunciare alla bellezza.
La prova, il sorriso, la conferma

Nei giorni successivi, Rosa ha fatto alcune prove: chiusura, masticazione, colore.
Ogni dettaglio è stato controllato e rifinito.
Poi è arrivato il momento della consegna.
Rosa si è guardata allo specchio.
Un attimo di silenzio.
Un primo sorriso, timido.
Poi uno più sicuro.
E infine, ha riso davvero. Senza più mettersi una mano davanti alla bocca.
Era tutto lì: non solo i denti, ma la libertà, la fiducia, la leggerezza di cui sentiva la mancanza da troppo tempo.
Oltre l’estetica: la vita che ricomincia

La panoramica finale mostra un lavoro preciso e bilanciato: impianti perfettamente distribuiti, inclusi i pterigoidei, che rendono la struttura stabile e sicura nel tempo.
Ma ciò che conta davvero non si vede in una radiografia.
Oggi Rosa mangia tutto quello che vuole, senza pensieri.
Parla con disinvoltura.
Sorride senza trattenersi.
E soprattutto, non si vergogna più della propria bocca.
Ha ritrovato la sua sicurezza. E con essa, un modo diverso di stare al mondo.
La storia di Rosa potrebbe essere anche la tua
Rosa non è un caso eccezionale. È una donna che ha semplicemente deciso di non rimandare più. E oggi è la prova che, anche quando la situazione sembra complicata, una strada concreta e sicura esiste davvero. Se anche tu convivi con denti compromessi, con fastidi continui, o con soluzioni temporanee che non ti danno pace…
Parlaci del tuo caso.
Ti offriamo una consulenza gratuita per capire se puoi iniziare anche tu un percorso come quello di Rosa.